domenica 27 luglio 2008

Il veronese malandrino

La domenica sono in aereoporto e aspetto i gentili ospiti che goffamente deambulano verso di me con sguardi persi nell'oblio delirante dell'aereoporto di Her. Ogni volta mi costruisco dei micro film sui loro volti, espressioni facciali che comunicano al primo impatto. Il Signor Ansia, la nobildonna Apatia, il signor Loggorea, la bambina Possessione e la Mamma Asfisia. Queste sono le maschere piu' ricorrenti in questo carnevale del divertimento pre-confezionato.

Oggi ho avuto il piacere di entrare in contatto con un nuova ibridazione caratteriale: Il veronese malandrino.
Capelli mossi con meches grigiastre tendente all'unto grassodibalena, occhiali trendi con ditate ben piazzate sulle lenti, sudorazione elevatissima e battito cardiaco pari a quello di un coniglio mannaro. Le pupille giocano a ping pong su ogni fondoschiena delle assistenti piazzate davanti ai bus. Mi guarda con schifo, il pappa gordo. Il suo cognome e' Prugnol.

Al suo fianco una bambola ramona italorussa 90-60-90. Le sue labbra schifosamente rifatte mulinano il chewing gum con lo stile di una Serena Grandi in RiminiRimini Revisted.
Nella sua testa bacata, si crede cliente Vip e inizia a sciorinare le domande piu' imbecilli che il cervello umanano possa pensare. Tipo "Ma giovanotto! Il bus e' condizionato? No perche' se no io col cazzo che salgo. Prendiamo un tassi', vero tato?" Lui la guarda come per strangolarla abbassa il capo e con una pacca sul culo la fa accomodare sul bus (ghiacciato come un freezer).
Tutti gli ospiti mi sorridono svogliatamente, questa copia di stronzi guarda fuori dal finestrino come a caccia di fantasmi tra gli aranceti dell'altopiano del Messara'.
Distribuisco le carte di registrazione ed ecco la prova del 9. Il Veronese Malandrino rivela il suo self. Mi aspetta e sottovoce mormora: "Io stammerda non tela firmo. Dove cazzo va a finire la mia privacy?" Io lo guardo fintamente spaesato e gli sparo tra gli occhi " Se Lei non firma la card, la reception non le consegna le chiavi della stanza"
Lui incalza "Cazzo, allora non mi vuoi capire"
Io mi limito ad accennargli un sorriso ma mi esce una smorfia, obliqua...molto obliqua.

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